Gufram, una storia di arte e anticonformismo in chiave pop
Colorato, innovativo, dissacrante e anticonvenzionale. E’ lo stile di Gufram marchio storico del design italiano, le cui creazioni dall’anima radical chic attingono a un immaginario marcatamente pop, che si declina in collezioni dalle forme uniche e sorprendenti, vere e proprie installazioni artistiche, alcune delle quali sono diventate icone del design.
Nato a Torino nel 1966 come lab creativo per la produzione di arredamento moderno della ditta dei Fratelli Gugliermetto, già attiva nella fabbricazione di sedie e sedute a partire dal 1952, si configura da subito come un brand di rottura con l’ordinario, capace di sorprendere per un gusto volutamente sfacciato, ma capace di assorbire le influenze più audaci del radical design e le declinazioni coloratissime dello stile pop.
Influenzati agli inizi degli anni ’60 dall’avanguardia artistica presente a Torino e alla sperimentazione architettonica radicale di quegli anni, i Fratelli Gugliermetto con il supporto di architetti e artisti emergenti dell’epoca sviluppano la produzione di progetti di design in nuove forme e nuovi materiali.
Il punto di svolta per l’azienda è stata la diffusione nel campo dell’arredamento di un materiale come il poliuretano, precedentemente usato come isolante nell’industria dei trasporti, e lo sviluppo verso il 1970 del sistema di stampaggio a freddo dello stesso. Questo ha permesso alla Gufram di avviare la produzione in serie di sedute con una nuova estetica che richiama la Pop art, imbottite o strutturate con il poliuretano espanso.
A partire dal 1966 prende la direzione artistica Giuseppe Raimondi che firma per l’azienda diversi prodotti e coinvolge altri artisti e architetti nella progettazione dei primi prodotti e prototipi dell’azienda. Nel 1968 la Gufram introduce nel mercato i Multipli (oggetti d’arte riprodotti industrialmente in edizione limitata) presentati alla XIV Triennale di Milano riscuotendo un enorme successo commerciale. La critica e i collezionisti definiscono i prodotti Gufram come sculture domestiche ludiche, sovversive e dissacranti o come oggetti volutamente concepiti come elementi di Anti-Design, simboli rivoluzionari di rottura degli schemi usuali del mondo dell’arredamento.
Passato nei primi anni 2000 al Gruppo Frau, è nel 2012, quando la società viene acquisita da Sandra Vezza, che sposta la sede ufficiale a Barolo, nelle Langhe, dà al marchio un nuovo assetto concettuale, grazie al quale l’azienda torna a rappresentare un’eccellenza mondiale nel segmento dell’art design. In questi anni vecchie e nuove produzioni entrano nei musei di arredamento opere griffate Gufram. Tra questi il MOMA di New York, la Triennale di Milano, il Centre George Pompidou a Parigi, il MAAS – Museum of Applied Arts and Sciences di Sydney, il NAMOC – The National Art Museum of China a Pechino, il Museum of Contemporary Art di Chicago, e tantissimi altri.
Avere in casa soluzioni di arredamento firmate dall’azienda piemontese, che siano divani, poltrone, chaise longue, tavoli, sedie o panche significa scegliere per la casa uno stile che spezza con l’estetica classica per giungere a riscrivere le regole del gusto proponendo opere ardite, coraggiose e fortemente rappresentative. Lo stesso vale anche per i complementi d’arredo e gli accessori decòr, oggetti originali ideali per caratterizzare gli ambienti in modo non convenzionale, in un sottile equilibrio tra arte e fashion.
Bocca, il divano iconico e sensuale ispirato a una diva degli anni ‘30
Un divano senza tempo, nonostante abbia compiuto 50 anni. Bocca, l’originale divano a forma di labbra nacque nel 1970 per il centro benessere di Milano Contourella di Marilyn Garosci, è stato ideato dagli architetti e i designer di Studio 65 per Gufram, ispirati dalle labbra di Mae West, attrice americana, degli anni ’30 e ’50. Lungo 212 cm per 80 cm di profondità e 85 di altezza, con un peso di 32 kg, è frutto delle sperimentazioni degli anni ’70 legate al poliuretano espanso a portata differenziata, precedentemente usato come isolante nell’industria dei trasporti, a creare le basi per la realizzazione del divano, rivestito in un tessuto elasticizzato morbido.
Estetica destrutturata e anticonvenzionale per il divano Charly
Forme geometriche essenziali, linee arrotondate e avvolgenti definiscono Charly, un divano con un design dal mood ironico e rivoluzionario. Si tratta di un imbottito in poliuretano espanso con scocca in legno e rivestimento in tessuto, che esalta gli elementi primari che lo compongono – seduta, braccioli, schienale, poggiatesta – uniti da una leggera ed elegante struttura tubolare cromata oppure satinata in preziosi toni metallici. Definito il ‘re della modularità’, offre numerose possibilità di configurazione, vista la grande varietà dell’abaco di moduli, e un’ampia scelta di tessuti e colori che possono essere combinati per i diversi elementi.
Jimmy, quando giocare con forme e orientamento permette di personalizzare
E’ idealmente componibile all’infinito Jimmy, un divano dalla grande personalità- Le due versioni in cui è pensato – concava e convessa – sono un invito a giocare con le sue forme e il loro orientamento, potendo arrivare fino alla creazione di una gigantesca forma circolare. Proprio questa sua attitudine lo rende particolarmente versatile ed adattabile in spazi diversi, che siano domestici, living, contract, hotel, hall di musei. L’imbottitura in poliuretano espanso si compone di moduli tubolari che rendono la seduta e lo schienale un unico morbido volume sfavillante. La sua personalità trasgressiva e provocatoria è esaltata dal rivestimento in ecopelle dorata con cui è presentato, in continuità con la sottile ed elegante struttura oro che ne definisce le linee sinuose.
Pratone, una sculptural icon dall’anima artigianale
Sprofondare all’interno di enormi steli morbidi che simulano un prato quando in realtà si tratta di una seduta. E’ lo spirito dissacrante che, nel 1966, ha animato la creazione di Pratone, uno dei capolavori del design italiano che sono ormai entrati nell’immaginario collettivo come nuova scultura domestica dalla forte identità. Si tratta, in realtà di una chaise longue unica e non convenzionale che non ha ancora trovato epigoni, inserita dal Vitra Design Museum tra i 100 capolavori della storia del Design, e che conserva la sua anima artigianale: ciascuno dei 42 lunghi steli morbidi tra cui sprofondare è infatti lavorato e rifinito a mano così come la scritta Pratone incisa sulla base di ogni modulo. Per realizzarne un esemplare sono necessarie 5 settimane. Il suo verde brillante e la morbidezza dei suoi steli si ottengono grazie alla verniciatura con il Guflac, la speciale e unica finitura brevettata da Gufram che consente di pellificare il poliuretano mantenendone la flessibilità e la morbidezza.