A Milano, nella splendida cornice di Palazzo Morando, Elle Decor Italia ripensa il concetto di hotellerie. Il progetto, quest’anno affidato allo studio Neri&Hu Design, riscopre il valore della condivisione, unendo Est e Ovest a partire da “Le città invisibili” di Italo Calvino.
Pubblico e privato. Oriente e occidente. Classico e contemporaneo.
Sono queste alcune delle sfide raccolte dalla terza edizione di Elle Decor Grand Hotel Milano che torna a ripensare ancora una volta il concetto di haute hotellerie.
Dopo Piero Lissoni e Patricia Urquiola nel 2016, Antonio Citterio Patricia Viel nel 2017, quest’anno il progetto di riallestire le sale di Palazzo Morando è stato affidato allo studio Neri & Hu Design and Research Office, con sede a Shanghai e Londra.
Lyndon Neri e Rossana Hu, per la prima volta alle prese con un progetto in Italia, traggono la loro ispirazione dal romanzo di Italo Calvino “Le città invisibili”, edito nel 1972 e divenuto negli anni fonte di ispirazione per più di una generazione di architetti.
Nasce così “Invisible rooms”, l’innovativo percorso visivo e concettuale che tenta di ridefinire la tradizionale idea di hotel. Un’occasione per riflettere sulle nuove istanze e le nuove funzioni dell’hospitality.
I due designers sviluppano un intreccio di stanze nascoste, creando situazioni inaspettate e immersive. Esperienze nuove per lo spettatore curioso in cerca di spunti ma soprattutto per il viaggiatore che in ogni ambiente ritrova qualcosa di sè.
La visione orientale degli spazi si fonde con l’impronta occidentale del design. L’accoglienza e la condivisione divengono i pilastri portanti nella costruzione di questo pop-up hotel.
L’itinerario, composto da nove stanze, segue la struttura del romanzo, secondo i nomi delle città invisibili descritte dal Marco Polo di Calvino.
Neri&Hu immaginano un percorso che diviene una narrazione su più livelli, in grado di stupire il viaggiatore del XXI secolo che si interroga sul senso del vivere e dell’abitare oggi.
Accolgono il visitatore i tre salottini della Lounge chiusi all’interno di una struttura metallica geometrica e avvolti da una fitta vegetazione.
Le lampade sospese animano il cielo delle stanze. Sembrano così librarsi in volo piccoli uccelli luminosi. Sono le lampade Yanzi, disegnate da Neri&Hu nel 2017 per Artemide.
Anche gli oggetti di arredamento sono per la maggior parte firmati dai due progettisti. Ad esempio la poltrona Ren realizzata per Poltrone Frau nel 2017 o il divano Cradle prodotto nello stesso anno da Arflex.
Non stona affatto la presenza di pezzi storici, perfettamente funzionali anche per le esigenze di oggi. Ecco scorgere gli sgabelli Stool di Le Corbusier, riediti da Cassina nel 1952.
Segue la zona Restaurant. Una lunga navata, segnata da un’infilata di archi classici, è occupata interamente da un lungo tavolo conviviale custom, pensato da Neri&Hu per Poliform. Chiude l’ambiente una cucina a vista, aperta tutti i giorni anche per i visitatori.
Tra le arcate emerge un piccolo giardino all’aperto, che riprendendo le forme dell’interno, accoglie grandi piante di bambù e lampade orientali disegnate appositamente dai due architetti: il modello Denglong di Parachilna.
È un corridoio buio a condurre l’ospite nell’area più privata di questo nuovo hotel immaginato da Neri&Hu.
Un contrasto di bianchi e neri domina la Meeting Room. Al centro si erge una doppia seduta, rivisitazione di quella firmata Fritz Hansen.
Contrasti e paradossi si riconciliano all’insegna della mediazione e dell’incontro.
Non manca una sala dedicata al Cinema, dove una serie di piccoli sgabelli, sempre disegnati da Neri&Hu design, si fanno spazio all’interno di una foresta di colonne lignee.
Ci si ritrova immediatamente immersi in un tradizionale cortile cinese, respirando allo stesso tempo l’aria di una tipica cascina lombarda.
Un altro lungo corridoio, moltiplicato illusoriamente da una lunga serie di specchi, conduce alla camera-voyeur, la Suite, contraddistinta da linee più morbide.
Quello che dovrebbe essere il luogo più intimo e riservato, diventa una finestra sul mondo esterno, con il bagno che si apre direttamente sui marciapiedi della metropoli.
Il privato si fa pubblico, ribaltando la tradizionale visione e funzione degli ambienti e soddisfando il desiderio voyeuristico di visitatori e passanti.
Insieme ai vari arredi firmati da Neri&Hu, spicca anche il tappeto Labirinto di Gio Ponti che ci riporta, senza neanche accorgercene, al 1926.
Sono due spazi comuni a chiudere il percorso.
Prima è la Library, dove la presenza della libreria Bookcase Ren per Poltrone Frau aiuta a ricreare l’atmosfera di una casa privata. Ogni oggetto sembra rappresentare l’identità di chi la abita. Suggestive le lampade pendenti NH di nuovo per Artemide.
Infine lo Store. Una Wunderkammer orientale che guarda contemporaneamente ai bazar persiani e alle vecchie botteghe milanesi. Ancora una volta incontri di culture, tra barattoli di tè e pezzi di design firmati Sergio Asti, Cini Boeri, Enzo Mari.
Alla fine del percorso si ritorna nuovamente a contatto con l’esterno. La Città e il Cielo si incontrano, così come Oriente e Occidente continuano a dialogare, questa volta grazie allo spazio outdoor.
Non sappiamo se anche questa edizione di Elle Decor Grand Hotel Milano sia riuscita pienamente nell’intento di risignificare l’hotellerie contemporanea.
Di certo sia il viaggiatore che il visitatore ne escono arricchiti, con spunti nuovi per fare propri gli ambienti di tutti i giorni.
“Invisible Room” è visitabile tutti i giorni in via Sant’Andrea. Dal 5 al 21 ottobre, dalle 10 alle 21. Ingresso libero.