Cassina, senso del moderno per il tempo

Cassina e il senso del moderno per il tempo

 

Nel 1927 Le Corbusier aveva già dichiarato: “La casa è una macchina per abitare”. L’idea era chiara, ma nessuno sapeva ancora bene come applicarla al progetto architettonico, né si era capito come vivere nel quotidiano la macchina (cioè la casa) da un punto di vista pratico. La macchina era dunque il simbolo dei tempi moderni, ma come si arreda la modernità?

La risposta arriva dalla collaborazione dell’architetto svizzero e del cugino Pierre Jeanneret con Charlotte Perriand. La giovane designer aveva appena riscosso grande successo al Salone d’Autunno parigino grazie al suo “bar sotto il tetto”, un’installazione realizzata con mobili in rame e alluminio e capace di tradurre lo spirito della macchina in una stanza.

Gli oggetti realizzati da questi tre pionieri del moderno sono animati da valori estetici nuovi e trovano nell’esperienza domestica continue sfide progettuali, dando vita ad una diversa sensibilità nei confronti della quotidianità contemporanea.

 

SEDUTE D’AVANGUARDIA: LC2 E LC3

La collezione LC, realizza a partire dal 1928 e presentata per la prima volta al Salone d’Autunno di Parigi nel 1929, rappresenta la prima incursione dello studio di Le Corbusier nel mondo dell’interior design. I pezzi, originariamente pensati per i progetti della Maison La Roche di Parigi e del Padiglione per Barbara e Henry Church, rappresentano la risposta modernista alle poltrone tradizionali.

La poltrona LC2, insieme con il divano LC3, è un modello senza tempo che ha fatto, e continua a fare la storia del design. Le Corbusier ha abbozzato i progetti delle sedute a partire dallo studio sulle posizioni del corpo umano, in modo da rispondere con il massimo comfort a tali posizioni e assecondando il progetto formale all’esigenza funzionale. Il modello della LC2 fu definito in seguito dagli sforzi di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand e all’epoca si chiamava “Fauteuil Grand Confort, petit modèle”. Venne prodotta per la prima volta dalla Thonet, mentre una seconda edizione venne lanciata nel 1959 da Heidi Weber, una gallerista di Zurigo, con il nome LC (Le Corbusier, appunto). Dal 1964 la collezione viene prodotta da Cassina.

I modelli LC2 e LC3, ironicamente chiamati dai loro creatori “cestini per cuscini”, sono caratterizzate dall’inversione della classica struttura di un divano, con i supporti metallici portati all’esterno dei cuscini che sollevano delicatamente la seduta dal pavimento. Al fine di supportare l’intera struttura, il telaio è composto da pezzi piatti e tubolari di acciaio di alta qualità saldati insieme, e rivestito con uno strato di cromatura protettiva.

Il comfort di un divano imbottito viene qui combinato con l’estetica industriale dello stile internazionale, in un prodotto di design ancora oggi innegabilmente rilevante.

 

L’ESSENZIALITÀ PURA DI LC5

LC5 è un progetto ideato per l’appartamento parigino di Le Corbusier e sua moglie Yvonne in rue Nungesseret-Coli 24 ed è stato riedito da Cassina nel 1974. Dopo un’analisi approfondita della documentazione d’archivio effettuata in collaborazione con la Fondazione Le Corbusier, Cassina lo ha riproposto con finiture inedite e proporzioni più comode rispetto alla sua prima edizione. Il comfort generale e l’integrità strutturale del divano LC5 sono stati mantenuti nel rispetto della sua forma immediatamente riconoscibile.

Si tratta di un divano senza braccioli, a due o a tre posti, con struttura in acciaio cromato lucido o verniciato nei colori grigio, azzurro, verde, fango, avorio e nero semi-lucidi. I cuscini sono caratterizzati da un’imbottitura con inserto in poliuretano espanso e da un rivestimento in pelle o in tessuto. Lo schienale arriva fino alla struttura di base e i cuscini larghi offrono una seduta estremamente comoda.

Il suo aspetto minimalista è l’epitome dell’estetica moderna e trova nella sua semplicità un valore senza tempo.

 

REFOLO: TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ

“La torre Eiffel non si sarebbe mai potuta costruire in legno”. Eppure, dopo la ricerca sull’uso dell’acciaio cromato per la struttura delle sedute, la Perriand mostra la sua capacità di apprezzare i materiali tradizionali dei luoghi che abita: dalle essenze provenzali al bambù giapponese.

Refolo è un sistema modulare dai volumi semplici ed essenziali, creato da Charlotte Perriand per la sua abitazione a Tokyo nel 1953. Il design della seduta, che è utilizzabile allo stesso modo come panca, tavolino o, con l’aggiunta dei cuscini imbottiti, come divano, trova un’evidente ispirazione nei materiali e nell’estetica funzionale giapponese. Posizionato ad un’altezza ideale per una molteplicità di possibili utilizzi, il piano orizzontale è composto da diciannove listelli paralleli di legno in rovere naturale o tinto scuro, supportati da due o tre gambe. Il sistema di cuscini costituito da schienale, seduta e braccioli imbottiti si integra con la massima semplicità e armonia alla struttura, tramite un dispositivo di ancoraggio che ne consente una disposizione libera e flessibile. Ideale per il living o per la zona relax, Refolo si presta a svariate configurazioni per offrire il massimo comfort e per favorire la conversazione.

Contemporaneità e ricerca sono le caratteristiche che colpiscono di Refolo, uno dei primi prodotti di Charlotte Perriand che Cassina ha rieditato 2004 e che oggi fanno parte della collezione “Cassina I Maestri”.

 

 

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