Artemide, lampade di design dal 1960

Artemide, icona dell’illuminazione di design dal 1960

Mettere la luce al servizio dell’uomo e delle sue esigenze. È il motto che, nel 1996, è comparso nel manifesto di Artemide, azienda internazionale specializzata in illuminazione di design, nata nel 1960 da Ernesto Gismondi e Sergio Mazza. Ricerca tecnologica, dialogo con i grandi architetti ma anche indagine in campo socio-culturale sono stati, fin dall’inizio del percorso di Artemide, alla base di innovativi progetti capaci anche nel tempo di illuminare con la stessa forza il futuro e durare senza mai passare di moda. Si pensi alle lampade di design simbolo degli anni ‘60, dalle forme arrotondate e gentili, attualmente perfette in ambienti dagli interior design minimalisti e contemporanei. Oggi le collezioni dell’azienda milanese rappresentano un incrocio unico di valori: l’approccio alla luce umana e responsabile si coniuga a un saper fare progettuale e materico, in un incontro tra tecnologia di ultima generazione ed antichi saperi, perfetta sintesi espressione dell’attuale progetto sostenibile. Avere in casa una lampada di Artemide vuol dire possedere delle icone del design contemporaneo riconosciute a livello internazionale, esposte nei maggiori musei di arte moderna e collezioni di design del mondo. In poche parole significa dare carattere ed identità ad un ambiente, creando atmosfera attraverso la luce, progettata ad hoc per valorizzare ogni angolo della casa.

La Eclisse e la Dalù di Vico Magistretti, stile e forme anni ‘60 sempre attuali

Il talento e l’estro creativo di Vico Magistretti, uno dei padri dell’interior design, è legato a doppia mandata a quello di Artemide e dell’illuminazione di design. Sue sono alcune realizzazioni che hanno cambiato la storia delle lampade di design negli ultimi 40 anni, donando ad un oggetto di design un nuovo ruolo nella casa, attivo, funzionale e allo stesso tempo innovativo ed esteticamente bello. Due tra i suoi capolavori per Artemide sono diventati icone di innovazione e di design della luce, ed entrambe sono lampade da tavolo, capaci di una luce soffusa che crea atmosfera. La prima è la famosa Eclisse che, nel 1967, gli è valsa il celebre “Compasso d’oro”.  Si tratta di uno dei prodotti di disegno industriale più rilevanti del XXesimo secolo, divenuta uno dei simboli del design italiano nel mondo, tanto da far parte della collezione permanente della Triennale di Milano, e di quella del MoMa di New York. Si narra che Magistretti, nel 1965, mentre era sulla metropolitana meneghina, stesse pensando alla lanterna di Jean Valjean, descritta nel romanzo di Victor Hugo, “I Miserabili”, di New York. La sua prima idea, infatti,  fu quella di creare una lampada combinando un paio di sfere, e fece così uno schizzo sul retro del biglietto per non dimenticarsi il suo nuovo concetto progettuale.

È nata così questa lampada iconica, che ha preso ispirazione dal fenomeno astronomico da cui deriva il suo nome, e che si rispecchia nel progetto di Magistretti. Essa, infatti, permette a chi la utilizza di oscurare, a suo piacimento, la fonte di luce sovrapponendovi a scorrimento un corpo tondo pieno e quindi di regolarne il flusso luminoso; se la fonte di luce viene completamente coperta rimane solo il bagliore esterno che ricorda un’eclissi totale. Una caratteristica, questa, molto funzionale, in quanto può essere usata come fonte di luce diretta o diffusa, a seconda dell’uso che se ne vuol fare. Altra lampada di design creata da Vico Magistretti per Artemide è la Dalú, dalle linee sinuose ma essenziali e colorazioni diverse oltre il solito bianco e nero, un evergreen che ha appena compiuto 50 anni e non li dimostra affatto. Le nuove edizioni di questo pezzo di design con colori accesi, vitaminici, raccontano il nostro tempo con forme originali e fluide. La lampada è composta da una scocca in materiale termoplastico stampata per un emissione diretta della luce senza abbagliare. Lavorando in modo sapiente sulla modellazione della forma, Magistretti ha ottenuto un unico pezzo in abs stampato che funge sia da base di appoggio che da calotta semisferica contenente la lampadina. Eclisse e Dalù sono capaci di impreziosire anche gli interni più minimal grazie alle loro linee morbide, moderne ieri come oggi, dimostrando che investire, per la propria casa, su pezzi senza tempo è una mossa vincente per dare carattere, lusso, ed esclusività alla propria dimora. 

Boalum, avere un serpente luminoso sul comodino

“Un serpente di luce infinita”. Così la rivista Domus ha definito la lampada Boalum, disegnata, nel 1970, da Livio Castiglioni e Gianfranco Frattini ed entrata da subito della storia del design italiano e mondiale, perché sperimentale sia dal punto di vista formale sia della tecnologia.

Si tratta infatti di una fonte di illuminazione flessibile, che può essere sistemata in varie configurazioni per dar vita a meravigliosi effetti scultorei; la sua struttura in PVC flessibile traslucido, rinforzato e con terminali in resina, la rende praticamente indistruttibile.

Caratteristica di questa lampada è che ciascuna sezione può essere innestata e collegata a un’altra, raggiungendo fino agli otto metri di lunghezza.  La lampada Boalum incarna alla perfezione la sensibilità pop del design, che mise in discussione le tipologie convenzionali di prodotti, spalancando di fatto la strada a una nuova generazione di oggetti domestici irriverenti e pieni di vita, proprio perché nata negli anni dello sperimentalismo più estremo. Non era infatti solo una lampada da comodino, poteva trovare posto sulle pareti ma anche negli ambienti più informali di una casa tipica degli anni Sessanta, dove, un po’ per ribellione, un po’ per anticonformismo, non ci si sedeva, bensì ci si sdraiava insieme agli amici, e i mobili erano oggetti ‘vivi’, intercambiabili ed adattabili alle situazioni sociali alternative. Ecco quindi che era il prodotto da illuminazione ideale per questi nuovi pezzi di arredo soffici, gonfiabili, impilabili, pieghevoli e addirittura fluidi. Oggi, che nella progettazione dell’illuminazione non si lascia nulla al caso, la Boalum assume un nuovo ruolo, meno anti convenzionale. È un’icona del design internazionale scelta per illuminare in modo diffuso e, allo stesso tempo per decorare un ambiente donandogli un po’ del suo carattere originale, irriverente e ricercato.

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